Parrocchia, vicino alla gente.

Parrocchia Missionaria

“Vangelo e territorio”: ecco il “sugo” della lunga storia della parrocchia.


La parrocchia è nata per realizzare la missione della Chiesa verso la vita delle persone. “Vangelo e territorio”: ecco il “sugo” della lunga storia della parrocchia. Il Vangelo va sempre riproposto nelle sue forme pratiche, legate all’esperienza della gente nella sua storia concreta; il territorio, invece, indica la prossimità alla vita sociale, affinché la comunità locale non si chiuda in sé stessa.

Che futuro avrà la parrocchia nessuno lo sa. Comunque dobbiamo essere consapevoli, innanzitutto, che tutti - fedeli laici, religiosi/e, consacrati/e, presbiteri, vescovi - dobbiamo “ridisegnare il volto della Chiesa” dei prossimi anni e, quindi, anche il volto concreto della comunità parrocchiale.

L’assenza e la non partecipazione di alcuni settori della Chiesa a questo fondamentale lavoro pastorale di discernimento e progettazione limiteranno fortemente i risultati, resi inadeguati ad affrontare le sfide della modernità in vista dell’annuncio del vangelo e della trasmissione della fede alle nuove generazioni.

La “base” va sempre più coinvolta in questa ricerca, con le altre componenti ecclesiali. Infatti, chi maggiormente dà volto alla Chiesa, chi lo esporta nel mondo e lo rende visibile nella società sono soprattutto i “fedeli laici”, gli adulti, gli sposati, le famiglie.

Una prima conversione è di far sedere, in forma permanente, alla tavola ecclesiale della corresponsabilità e delle decisioni in modo particolare gli adulti, gli sposi, i genitori, per riflettere insieme ampiamente, fraternamente, globalmente, partendo dalla Parola ascoltata e accolta e vivificati dalla stessa preghiera ed Eucaristia.

Senza questo primo passo anche gli stessi “fedeli cristiani praticanti” rischiano di vivere la loro fede come un ghetto, dove ci si trova bene, oppure come una consolazione, in un mondo che lascia poco spazio alla speranza e alla serenità.

Una seconda conversione pastorale deve condurre alla scoperta delle numerose opportunità che la parrocchia ha: la forza della liturgia, la potenza plasmatrice dell'eucaristia, la creatività della Parola, la capacità di avere occhi e cuore verso chiunque, la cura nel privilegiare i poveri e gli ultimi, il rispetto della persona e della coscienza dei singoli, la difesa della vita comunque…

Sorgente di queste opportunità è Gesù, ministro primo è sempre lui, fine al quale esse conducono è ancora lui.

La parrocchia oggi deve essere: “serva e povera” nei confronti del mondo in cui è collocata; “in compagnia della gente” e “dentro la società degli uomini e delle donne”, perché lì è chiamata a vivere.



 

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